EFSA: Listeria in alimenti pronti al consumo.

La prima parte dell’analisi Efsa di un’indagine di riferimento a dimensione UE su Listeria monocytogenes fornisce informazioni preziose sulla presenza di questo batterio in alcuni alimenti pronti (pesce, salumi e formaggi molli). La percentuale di campioni alimentari che superavano il limite di legge in termini di sicurezza alimentare è risultata bassa. Tuttavia, data la diffusione di questi alimenti e le gravi implicazioni che le infezioni da Listeria (listeriosi) possono avere sulla salute umana, è opportuna una vigilanza generale riguardo alla possibile presenza del batterio nei cibi. Per prevenire la listeriosi, la legislazione dell’Unione europea stabilisce regole specifiche per gli operatori dell’industria alimentare, che includono la necessità di seguire buone pratiche di fabbricazione, prassi igieniche appropriate e un efficace controllo della temperatura lungo tutta la filiera degli alimenti. Gli esperti hanno messo in luce l’importanza di tali misure nonché della appropriata conservazione di tali alimenti in ambiente domestico, con temperature di refrigerazione tenute basse.
Seppur rara, la listeriosi è una malattia spesso grave, con elevati tassi di ricovero ospedaliero e mortalità. Nell’UE sono stati segnalati circa 1.470 casi nell’uomo nel 2011, con un tasso di mortalità del 12,7%. La listeriosi si contrae di solito attraverso il consumo di alimenti, quali pesce, salumi e formaggi a pasta molle, che contengono il batterio Listeria monocytogenes. Gli alimenti pronti sono spesso all’origine delle infezioni da Listeria, poiché la lunga durata di conservazione favorisce la proliferazione batterica e questi cibi sono di solito consumati senza ulteriore cottura .
Gli effetti sulla salute associati a listeriosi variano da lievi sintomi simil-influenzali, come nausea, vomito e diarrea, a infezioni più gravi, quali meningite e altre complicanze potenzialmente letali. Le persone più sensibili alle infezioni da Listeria sono gli anziani, le donne in gravidanza, i neonati e le persone con deficit del sistema immunitario.
La relazione dell’Efsa evidenzia che Listeria monocytogenes è stato rilevato nel 10,3% dei campioni di pesce, nel 2,1% di quelli di carne e nello 0,5% dei campioni di formaggio prelevati da supermercati e negozi. Tuttavia, il limite UE per la sicurezza alimentare (100 batteri per grammo) è stato superato solo nell’1,7% dei campioni di pesce, nello 0,4% di quelli di carne e nello 0,06% di quelli di formaggio.
Gli esperti dell’Efsa raccomandano il rispetto delle buone prassi igieniche lungo tutta la catena di produzione, distribuzione e conservazione degli alimenti. 
Nella seconda parte dello studio, il cui completamento è previsto per il prossimo anno, Efsa analizzerà i fattori di rischio per la presenza di Listeria monocytogenes nelle categorie di alimenti interessate e i fattori che ne favoriscono la proliferazione nel pesce.

http://www.alimentibevande.it/efsa.aspx?id=216