Berzelius il padre della notazione chimica moderna

Jons Jacob Berzelius, figlio di un maestro di scuola, nacque nel Gotland in Svezia nel 1779.   Nel 1796 all’università di Uppsala rimase affascinato dalla chimica: “Un giorno stavo preparando dell’acido nitrico fumante e mi accorsi che si svolgeva un po’ di gas. Lo raccolsi per vedere che gas fosse: raramente ebbi un istante di gioia così piena e così pura come quando immessa nel gas una fiammella, la vidi ardere vivacemente illuminando il mio oscuro laboratorio”.  Si trattava di ossido nitroso (N2O), agente ossidante e comburente per motori e razzi che ad alta temperatura si dissocia in azoto e ossigeno.  Tuttavia, la relazione che preparò fu rifiutata dall’Accademia delle Scienze in quanto scritta utilizzando la rivoluzionaria nomenclatura chimica di Lavoisier

Nel 1800, destando grande clamore, Alessandro Volta annunciò l’invenzione della sua pila per produrre energia elettrica.  Il nostro comprese le immense potenzialità della pila voltaica e nel 1803 dimostrò la possibilità di decomporre i composti raccogliendo i metalli al polo negativo e i ‘metalloidi’ (come battezzò gli elementi non metallici) a quello positivo (il concetto di elettricità positiva e negativa era stato da poco introdotto da Benjamin Franklin).

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