Gli spiccioli della ricerca di base

di Valentina Arcovio

CON I POCHI soldi che vengono destinati alla ricerca di base il nostro Paese rischia – tra dieci anni – di rimanere senza cervelli. «Se non si sostiene questo tipo di ricerca – dice Roberto Petronzio, presidente dell’Istituto nazionale di fisica nucleare non si formano menti brillanti e creative. E senza menti brillanti e creative non c’è progresso e innovazione».

È un po’ come mettere un’ipoteca sul futuro della scienza in Italia. Il pericolo è reale e i numeri sono drammaticamente emblematici. Stando all’ultima rilevazione Istat, sui 18.231 milioni di euro che in totale il nostro Paese investe in Ricerca & Sviluppo solo una piccolissima fetta va alla ricerca di base.