I minerali non si perdono con la cottura

E’ piuttosto diffuso tra i consumatori l’equivoco che i minerali si perdano con la cottura dei cibi, come, in parte, alcune vitamine.

Invece tutta la letteratura scientifica attesta che il loro contenuto totale negli alimenti non può subire variazioni con la cottura o i trattamenti di conservazione come quello termico, la surgelazione, la liofilizzazione, eccetera.

Perdite si possono verificare solo con la cottura in acqua o in altri liquidi nei quali parte dei minerali si trasferisce; in questi casi una perdita reale si verifica solo se il liquido viene buttato, per esempio nel caso della pasta, altrimenti il contenuto totale si ripartisce fra solido e liquido, come in un minestrone, uno spezzatino in umido, una fettina in padella, un sugo di ragù, eccetera.

Pertanto con una alimentazione variata la possibilità di carenze di minerali è remota, mentre la pubblicità di alcuni integratori alimentari tende a fare credere che sia necessario un supplemento.

A volte gli integratori contengono una decina di minerali diversi, ma l’Istituto nazionale della nutrizione ha ripetutamente fatto notare che la somministrazione mediante una stessa compressa di numerosi minerali può essere vanificata o limitata dalle interazioni fra di essi e dall’antagonismo nell’assorbimento.

Fra l’altro, in alcuni integratori vengono inseriti minerali come molibdeno, silicio, vanadio e nichel dei quali poco o nulla si sa sui livelli di assunzione raccomandati.