I PADRI DELLA SCIENZA – Stanislao Cannizzaro (1826 – 1910)

Chimico e politico italiano. Nel 1841 si iscrive all’Università degli studi di Palermo con l’intenzione di laurearsi in medicina, ma presto si dedica alla chimica. Nel 1845 e nel 1846, prima a Pisa e poi a Torino, è assistente di Raffaele Piria (1815-1865), il chimico che preparò per primo l’acido salicilico.

Partecipa ai moti siciliani del 1848 e, con la caduta dell’insurrezione, viene condannato a morte e ripara a Marsiglia nel maggio 1849; nell’ottobre successivo raggiunge Parigi e qui opera presso il laboratorio di Michel-Eugène Chevrel dove, lavorando con F. S. Cloz (1817-1883), riesce a ottenere nel 1851 la cianammide. Nello stesso anno ottiene la cattedra di chimica e fisica al Collegio Nazionale di Alessandria. Qui nell’autunno del 1855 scopre quella che ora è nota come reazione di Cannizzaro: le aldeidi aromatiche, in una soluzione alcolica di idrossido di potassio, dismutano in una miscela di acidi e alcoli corrispondenti: ad es. la benzaldeide si decompone in acido benzoico e alcol benzile.

Nel 1855 diventa professore di chimica all’Università di Genova, dove nel 1858 pubblica la sua opera Sunto di un corso di filosofia chimica che costituisce un fondamentale contributo ai fondamenti della chimica. Infatti per la prima volta formula una precisa teoria atomica e, basandosi sul principio di Avogadro, enunciando la regola, ora nota come regola di Cannizzaro, che permette la determinazione del peso atomico di un elemento chimico. Espose in seguito queste sue idee sull’atomo e sulla costituzione dei corpi, che in seguito espose al Congresso internazionale di Karlsruhe (1860), dove era presente anche Mendeleev.

Dopo aver insegnato a Pisa e Napoli, occupa la cattedra di chimica organica e inorganica a Palermo.  Fu tra i fondatori, nel 1870, della rivista scientifica Gazzetta Chimica Italiana. Nel 1891 vinse la Medaglia Copley per i suoi lavori scientifici.

Il cratere Cannizzaro, sulla Luna, è stato così battezzato in suo onore.