I RISCHI DELLA “YOUTH BULGE”

Si chiama “Youth Bulge” l’espansione (letteralmente “rigonfiamento”) della fascia giovanile nella piramide d’età.

La teoria fu elaborata negli anni ’90 dallo studioso tedesco Gunnar Heinsohn ed è oggi applicata alle analisi macroeconomiche e geopolitiche. Secondo Heinsohn lo youth bulge si verifica quando in una nazione la fascia di età compresa tra i 15 e i 19 anni, supera il 30%; è allora che l’impossibilità di assorbire forza lavoro e di acquisire ruoli sociali (soprattutto dai secondogeniti maschi in poi), spinge masse giovanili incontrollate a generare conflitti e forme violente di acquisizione di spazi o a emigrare; è su questa frustrazione che s’innestano poi ideologie, integralismi religiosi e nazionalismi come legittimazioni di comportamenti che hanno un fondamento sociale.

Si calcola che tra il 1970 e il 1999, l’80 per cento di tutti i nuovi focolai di conflitto civile si è verificato nei paesi in cui il 50 per cento o più della popolazione aveva meno di 30 anni.

Attualmente, secondo il Pai (Population Action International), su 67 nazioni soggette allo youth bulge, 60 sono attraversate da violenti sconvolgimenti; sono paesi in cui i due terzi della popolazione è sotto i trent’anni e meno del 6 per cento è di età superiore ai sessanta.

LO YOUTH BULGE NELLA STORIA

Per Heinsohn, diversi fenomeni storici sono riconducibili allo youth bulge: il colonialismo europeo del ‘500, verificatosi dopo un secolo di ininterrotta crescita demografica successiva alla decimazione della popolazione europea avvenuta con la Peste Nera.

L’ascesa del nazismo, che sfruttò l’ultimo youth bulge tedesco avvenuto tra il 1900 e il 1914, innestandosi nella crisi di Weimar.

Le rivoluzioni marxiste in Sud America degli anni 60-80, che seguirono il boom demografico dei vent’anni precedenti. A ben vedere anche il terrorismo in Europa degli anni ’80 seguì il baby boom post bellico; in questo caso però, la tenuta dei sistemi democratici e la crescita economica in tutto il continente, hanno consentito che il fenomeno non degenerasse.

CAUSA NECESSARIA E NON SUFFICIENTE

Lo youth bulge è una causa necessaria ma non sufficiente a spiegare conflitti e crisi. Ad esso vanno aggiunti processi sociali e culturali complessi (urbanizzazione, sistema produttivo, ruolo dei media, livello di istruzione, evoluzione dei modelli familiari, ecc).

In alcuni casi lo “youth bulge” può avere anche sviluppi positivi (come è avvenuto con le economie delle Tigri asiatiche) e trasformarsi in quello che i demografi chiamano “dividendo demografico”, ma solo se si verificano specifiche condizioni:

- Istituzioni politiche solide e sistemi di governo stabili
- Cicli economici in espansione

In assenza di queste, cioè con governi corrotti o sistemi troppo rigidi (dittature), nazioni destabilizzate e crisi economiche, lo youth bulge diventa portatore sano di sconvolgimenti sociali, guerre e terrorismo emigrazione di massa. Esattamente quello che sta avvenendo in Medio Oriente e Nord Africa.

DUE BOMBE CONTRO L’EUROPA

Attualmente, le aree soggette allo youth bulge sono Medio Oriente, Africa sub-Sahariana e Asia meridionale. Di queste, due interessano direttamente l’Europa sui suoi confini meridionali.

La recente ricerca del Pew Research Center sul futuro della popolazione globale, suddivisa per appartenenza religiosa, prevede che in Europa la popolazione musulmana aumenterà del 63% entro il 2050. I musulmani nelle nostre società passeranno dai 43 milioni attuali (6% della popolazione) a 71 milioni (più del 10%). Alla base del mutamento demografico influirebbero due fattori: fertilità e immigrazione.

[if !supportLists]1.        [endif]FERTILITÀ: L’Europa, sarà l’unica regione del pianeta che vedrà la sua popolazione diminuire drasticamente. Attualmente il tasso di fertilità dei Musulmani in Europa è di 2,1 figli per donna. Il tasso medio europeo è di 1,6 figli per donna (1,4 in Italia), ben al di sotto del livello di sostituzione demografica. In altre parole già ora, a perimetro costante (senza contare i flussi migratori incontrollabili in atto e il rischio di conflitti sul suolo europeo), i musulmani saranno l’unico gruppo religioso a riprodursi naturalmente.

[if !supportLists]2.        [endif]IMMIGRAZIONE: Il tema immigrazione è il più delicato perché soggetto a molte variabili solo in parte prevedibili: eventi internazionali (guerre, carestie), politiche governative (restrittive o aperte), crisi economiche (poiché i flussi migratori seguono gli spazi di opportunità). Di certo, come affermano i ricercatori, l’immigrazione avrà un “impatto sostanziale sulla composizione religiosa di molti paesi in Europa”.

LA MIOPIA EUROPEA

Insomma, se lo youth bulge non sembra un fenomeno trasferibile in Europa nei prossimi trent’anni, suoi effetti devastanti la aggrediranno dall’esterno.

Heinsohn l’aveva previsto 10 anni fa: nei paesi islamici ci sono 300 milioni di giovani maschi sotto i 15 anni. Non è una previsione, sono già nati. Nei prossimi 15 anni essi avranno tra i 15 e i 30 anni. Di questi, nel migliore dei casi, solo 100 milioni troveranno una sistemazione nei propri paesi; i restanti 200 milioni costituiranno un potenziale di violenza: molto probabilmente per quei paesi, ma anche per il resto del mondo“.

In questi anni, noi occidentali abbiamo continuato  le nostre politiche irresponsabili: con il buonismo, a sottovalutare il problema immigrazione ed il suo impatto sulle nostre società; con le bombe umanitarie a destabilizzare il Medio Oriente e il Nord Africa. Il risultato è quello che stiamo vedendo sotto i nostri occhi.