La mancia al ristorante

Quanto lasciare di mancia al ristorante?Per rispondere è bene sapere che la mancia al personale di un pubblico esercizio non è un’usanza solo italiana. Secondo una scuola di pensiero, il primordio sarebbe collocato all’epoca romana, un’altra fa risalire l’origine al tardo Medioevo e un’altra ancora all’Inghilterra del 1500. Se sulle origini esistono versioni differenti, le mance sono accumunate dalla stessa motivazione, elargire una somma in denaro per il servizio al tavolo, anche se si registrano usanze e modalità differenti …È quanto emerge da un focus a livello internazionale realizzato da Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia, con la collaborazione di Adapt e Hotrec Hospitality Europe in occasione di Tuttofood, la fiera dell’alimentazione che si tiene a Milano dal 19 al 22 maggio.

 Il concetto di mancia in Europa si esplica in quattro modalità diverse: c’è chi la considera servizio obbligatorio, chi mance gratuite, chi costo del servizio e chi un sistema di accumulo organizzato da tutti i dipendenti che creano una sorta di fondo comune da re-distribuire. Nell’eseguire la comparazione sono stati presi in considerazione tre indicatori: normativa e prassi in vigore; modalità di distribuzione e trattamento della mancia.Si scopre che per quanto riguarda il primo parametro (cioè la prassi da parte dei clienti), le nazioni più deregolamentate sono la Germania e la Svezia, mentre la Francia ha addirittura un importo preciso che è compreso in una forchetta fra 15 centesimi e 2,30 euro. In Spagna vige il principio della percentuale sul conto finale proprio come negli Stati Uniti, Paese in cui tale percentuale deve essere pari almeno al 15%. Più variegata è invece la situazione nel Regno Unito dove esiste un confine molto labile fra mancia e costo del servizio e spesso l’una si configura dove non è presente l’altro. In Polonia si rischia di passare per grandi maleducati se non dà la mancia, mentre in Giappone avviene l’esatto opposto. Nel Paese del Sol levante, offrire un buon servizio al cliente è considerato dai camerieri un dovere, tanto che per una questione di onore non si aspettano di ricevere riconoscimenti economici aggiuntivi.

 Fonte: FIPE – Il Fatto Alimentare