La salita in bici

Qual’è la differenza di pendenza tra una salita “pedalabile” ed una “durissima” ?

Beh chiaramente è un discorso molto soggettivo, che dipende da persona a persona, dal suo stato di forma, dal suo peso, dalla predisposizione fisica e anche dalla percezione della fatica che è diversa in ognuno di noi.

Per questo motivo capita di vedere su una salita al 6%, ciclisti che salgono con il rapporto più agile e la lingua fuori ed altri che salgono chiacchierando con il 50.

Questo è normale ed è giusto che sia così.

Tuttavia ho notato che c’è una “soglia di pendenza” della salita oltre la quale le differenze si assotigliano.

Lo noti anche nelle salite più dure del Giro, come per esempio il mitico Zoncolan, dove i migliori difficilmente riescono a fare molta differenza.

Certo, è impossibile dire quale sia la pendenza oltre la quale la salita diventa davvero dura, potremmo azzardare un 10% per dare una cifra, ma oltre alle differenze nelle caratteristiche fisiche di ognuno, come abbiamo detto prima, ci sono da considerare molti altri aspetti per valutare la durezza di una salita:

- la sua lunghezza totale
– la pendenza media su tutta la lunghezza
– la presenza di tornanti o meno
– la presenza di tratti ombreggianti o l’esposizione al sole
– l’altitudine
– lo stato del manto stradale
e credo che potremmo aggiungerne altre, ma per ora mi fermo.

Lo scopo di questo articolo non è però definire quale sia una salita ripida e quale no, ma come affrontarla al meglio.

Provo allora a dare alcune idee, aspettando come sempre i vostri preziosi consigli.

La scelta dei rapporti

Le guarniture “compact” oramai sono la scelta della maggior parte di noi cicloamatori, quindi già avere una corona piccola davanti a 34 denti è un ottima base di partenza.

Il discorso pacco pignoni diventa quindi molto delicato. Vedo ancora molti colleghi di pedale utilizzare rapporti troppo duri, e non volersi arrendere a montare un benedetto 29 dietro, quasi come se fosse un segno di debolezza.

Io posso dire che dipende molto da che tipo di percorso sei abituato a fare, ma se ti trovi spesso a pedalare a 50 RPM in salita, significa che hai un rapporto troppo duro e dovresti valutare di montare un 28 o un 29 posteriore.
Non è un segno di debolezza, ma di intelligenza ciclistica.

Oppure valuta, come fanno alcuni amici più “evoluti” di tenere una ruota “da salita” con il pacco pignoni più agile da montare quando sai che affronterai qualche salita impervia.

Non caricare troppo la schiena

Quando si affronta una salita molto ripida, la velocità è ridotta e non hai molta possibilità di rilanciare l’andatura e quindi sciogliere la tensione dai muscoli.

Se rimani troppo seduto in sella, inevitabilmente vai a sovraccaricare la zona lombare (la parte bassa della schiena) quindi è consigliato cambiare spesso posizione ed alternare tratti sui pedali con tratti in sella.

Quando sei seduto in sella, cerca di trovare il giusto bilanciamento del tuo peso sulla bici. Se ti sposti troppo indietro sulla sella, puoi sfruttare meglio il lavoro dei glutei, ma come detto vai a caricare troppo sulla zona lombare, ed inoltre, se la salita è davvero ripida, rischi di “impennare” con la ruota anteriore.

Quando ti alzi sui pedali inoltre cerca di sfruttare al meglio il peso del tuo corpo, e fai oscillare la bici sotto di te, leggermente a destra e a sinistra ma senza tenere troppo in tensione i quadricipiti.

Dosa le forze

Questo è un consiglio forse banale, valido per tutte le salite ma ci tengo a sottolinearlo perché se parti troppo forte e ti trovi in debito di ossigeno su una salita pedalabile puoi recuperare diminuendo l’andatura e gestendoti al meglio, ma se ti capita su una salita al 12%, l’unica cosa che puoi fare è appoggiare un piede a terra e fermarti (e buona fortuna quando dovrai riagganciare il pedale per ripartire)

Vai a Zig Zag

Andare a zig zag su una salita, nell’immaginario del ciclista viene associato a momento di crisi, difficoltà, e quindi nasce una sorta di imbarazzo.
Invece è un atteggiamento intelligente da adottare quando sentiamo di non aver la forza per mantenere una cadenza di pedalata sufficientemente elevata per non creare troppo acido lattico nei nostri muscoli.

L’andatura a zig zag ti permette di ridurre la pendenza relativa della salita e quindi di “salvare la gamba”. 

Sfrutta al massimo curve e tornanti

Quando stai affrontando una salita molto ripida, ogni tornante che vedi all’orizzonte è come il miraggio di un oasi per un disperso in mezzo al deserto.
Il tornante infatti ti permette di recuperare un attimo e di sciogliere la tensione dalla muscolatura. 
Quindi sfrutta al massimo questa “oasi” e quel breve tratto di asfalto semi pianeggiante che sta all’imboccatura di ogni tornante, e se he senti il bisogno fai anche un paio di giri “in cerchio” per recuperare al meglio e magari approfitta per bere un po’.

Fissati delle micro mete

Anche questo è un consiglio che ho già dato altre volte ed è valido anche per le salite lunghe e pedalabili. Aiutati a superare la fatica anche con la tua testa.
Non pensare a quanta strada manca per scollinare o a quanto è dura la salita, fissati dei micro obiettivi come ad esempio “arrivare fino a quel tornante” e poi “arrivare fino a quella curva” .

In questo modo sarai concentrato su degli obiettivi a breve termine, che tutto sommato riesci a raggiungere con relativa facilità.
E’ un po’ come suddividere la fatica in tanti piccoli pezzi.

La nostra testa può essere davvero un grande aiuto per le nostre gambe.

http://www.ciclismopassione.com/come-affrontare-salite-molto-ripide/