LE DONNE DELLA SCIENZA – Ipazia (370-400?)

Ipazia (370-400?)

Nacque ad Alessandria nella seconda metà del IV secolo. La maggior parte degli studiosi crede di poter indicare la sua nascita intorno al 370.

Nulla si sa della madre e il fatto che i saluti rivolti a Ipazia e agli altri famigliari nelle lettere del suo allievo Sinesio non la citino mai, fa ritenere che, almeno nel 402, ella fosse già morta.

Noto è invece il padre, «Teone, il geometra, il filosofo d’Alessandria», che studiava e insegnava ad Alessandria, dedicandosi in particolare alla matematica e all’astronomia – osservò l’eclisse solare del 15 giugno 364 e quella lunare del 26 novembre – e che sarebbe vissuto almeno per tutto il regno di Teodosio. Che Ipazia sia stata allieva prima e collaboratrice del padre poi è attestato dallo stesso Teone il quale, in capo al III libro del suo commento al Sistema matematico di Tolomeo, scrive che l’edizione è stata «controllata dalla filosofa Ipazia, mia figlia». Non è chiaro il tipo di controllo esercitato da Ipazia: se si sia trattato di una semplice revisione del commento paterno, di integrazioni al testo, ovvero di editare l’intero testo di Tolomeo

Le fonti antiche sono concordi nel rilevare come non solo Ipazia fosse stata istruita dal padre nella matematica ma, sostiene Filostorgio, anche che «ella divenne molto migliore del maestro, particolarmente nell’astronomia e che, infine, sia stata ella stessa maestra di molti nelle scienze matematiche». Filostorgio non è soltanto una storico della Chiesa, ma anche un appassionato, se non un esperto, di astronomia e di astrologia, e le sue affermazioni trovano conferma in Damascio il quale scrive che Ipazia «fu di natura più nobile del padre, non si accontentò del sapere che viene dalle scienze matematiche alle quali lui l’aveva introdotta, ma non senza altezza d’animo si dedicò anche alle altre scienze filosofiche».

Matematica, astronoma e filosofa, come aveva già attestato il padre: Ipazia aveva tutti i titoli per succedere al padre nell’insegnamento di queste discipline nella comunità alessandrina, nella tradizione del glorioso Museo fondato quasi 700 anni prima da Tolomeo I Soter. Anche se il vecchio Museo non esisteva più da quando andò distrutto al tempo della guerra condotta da Aureliano, la tradizione dell’insegnamento delle scienze mediche e matematica era però continuata ad Alessandria, mantenendo intatto l’antico prestigio, come conferma anche Ammiano Marcellino, e Ipazia, già almeno dal 393 era a capo della scuola alessandrina, come ricorda Sinesio, giunto ad Alessandria da Cirene per seguirvi i suoi corsi.