Nota Applicativa Microbiologia N.13 – LE NON CONFORMITA’ DEI TERRENI MICROBIOLOGICI

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Introduzione

In accordo alla corrente Buona Prassi di Laboratorio, Buona Prassi Microbiologica, Buona Prassi asettica,  i terreni nutritivi e selettivi per microbiologia devono rispondere a precise prestazioni, in mancanza delle quali non c’è idoneità all’uso. Questa eventuale inidoneità deve essere riportata alla voce “non conformità” sui documenti della qualità.

Un primo punto che deve preoccupare il Responsabile della Qualità è l’approntamento della Procedura Operativa Standard in cui si forniscono le raccomandazioni generali e si analizzano le origini della “non conformità”. La “POS” deve essere messa a disposizione di tutto il personale coinvolto nella preparazione e sterilizzazione dei terreni microbiologici. La presente Nota Applicativa fornisce alcuni suggerimenti utili per l’approntamento di tale “POS”.

 

Raccomandazioni generali

Le raccomandazioni qui riportate sono elementari, ma troppo spesso “dimenticate” o “date per scontate”. Un terreno nutritivo o selettivo non approntato in modo corretto porta a crescite dei microrganismi “irregolari” e conseguentemente  a risultati di difficile interpretazione per il microbiologo.

Ø  Conservare le confezioni di terreno disidratato negli imballi originali al riparo dalla luce, alla temperatura indicata dal produttore e con la chiusura ermetica.

Ø  Accertare la data di scadenza prima dell’impiego.

Ø  Aggiungere i supplementi ai terreni agarizzati a temperature non superiori a 45°C.

Ø  Utilizzare il prodotto immediatamente dopo la ricostituzione.

Ø  Reidratare il terreno in polvere agitando durante il riscaldamento sino a completo scioglimento.

Ø  Adottare il ciclo di sterilizzazione corretto in accordo a quanti indicato dalle istruzioni standard.

Ø  Estrarre il terreno dall’autoclave immediatamente a ciclo ultimato, in quanto un surriscaldamento degrada la qualità del terreno.

Ø  Ricordare che i tempi e la temperatura di sterilizzazione e di raffreddamento del terreno  devono essere quelle all’interno del liquido e non quelle della caldaia dell’autoclave. Ciò è tanto più critico quanto maggiore è il volume del terreno.

 

Motivi della “non conformità”

Solidificazione del terreno in polvere disidratato

(a)    Tasso di umidità troppo elevato nell’ambiente di conservazione e chiusura del flacone non ermetica.

(b)   Flaconi lasciati aperti troppo a lungo durante la preparazione o dimenticati aperti.

(c)    Flaconi richiusi male dopo l’impiego.

(d)   Terreno scaduto.

 

pH non corretto

(a)  Flaconi conservati non attenendosi alle raccomandazioni.

(b)  Terreno scaduto.

(c ) Pesata errata.

(d) Terreno surriscaldato.

(e)   Recipiente di preparazione sporco.

(f)     Sterilizzazione in autoclave non corretta.

(g)    Acqua di ricostituzione di cattiva qualità.

 

Precipitazioni e torbidità (l’opacità è normale in alcuni terreni)

(a)Terreno scaduto.

(b) Pesata errata.

(c) pH non corretto.

(d)   Terreno surriscaldato durante lo scioglimento o la sterilizzazione in autoclave.

(e)   Evaporazione eccessiva durante l’approntamento o la conservazione.

(f)     Acqua di ricostituzione di cattiva qualità.

 

Gelificazione dell’agar non idonea

(a)  Ricostituzione del terreno non corretta.

(b) Terreno solo parzialmente disciolto durante la ricostituzione.

(c) Terreno surriscaldato.

(d)   Recipiente di preparazione sporco o con traccia di detergenti.

(e)   Evaporazione eccessiva durante la fase di preparazione e conservazione.

 

Colorazione anormale dell’agar

(a)    Terreno scaduto.

(b)   pH non corretto.

(c)    Terreno surriscaldato.

(d)   Recipiente mal lavato o risciacquato.

(e)   Evaporazione eccesiva durante la fase di preparazione o conservazione.

 

Terreno microbiologicamente contaminato

(a)    Sterilizzazione inadeguata.

(b)   Distribuzione senza attenersi alla corretta pratica asettica.

(c)    Ambiente del laboratorio contaminato.

 

Insufficiente fertilità del terreno

(a)    Presenza di sostanze inibitrici (ad esempio recipienti, campione).

(b)   pH non corretto.

(c)    Condizioni di preparazione inadeguate (quantità di additivi insufficiente, terreno surriscaldato,  omogeneizzazione insufficiente del flacone).

(d)   Temperatura del terreno troppo elevata durante la inoculazione del campione.

 

Fertilità eccessiva

(a)    Terreno surriscaldato (distruzione degli inibitori).

(b)   Quantità degli agenti selettivi insufficiente.

(c)    Inoculo troppo ricco.

 

Colonie invasive

(a)    Terreno troppo diluito.

(b)   Inoculo troppo ricco.

(c)    Terreno surriscaldato.

 

Colonie atipiche

(a)    Terreno scaduto.

(b)   Recipienti mal lavati, con presenza di detergenti e/o disinfettanti.

(c)    pH non corretto.

(d)   Additivi in quantità non appropriata.

(e)   Scatole Petri con terreno troppo umido.

(f)     Autoclave con funzionamento non corretto