Riflessioni psicologiche per la prevenzione di infortuni nel laboratorio di analisi

Roberto Ligugnana

Alla base degli eventi infortunistici di laboratorio si può riscontrare nella maggioranza dei casi una “caduta d’attenzione” unitamente ad una carenza di elementi tecnici di sicurezza. 

Classica è la risposta in fase di ricerca della causa di infortunio: “non ci avevo pensato”.

La caduta d’attenzione come causa di incidenti non riguarda solo il laboratorio, ma anche la strada, l’abitazione, etc.

Ci sono due tipi di attenzione: l’attenzione generalizzata non orientata su elementi precisi e l‘attenzione orientata  su soggetti chiaramente identificabili.

Il problema dell’attenzione non esiste quando si è consapevoli di fare qualche cosa di pericoloso ed a rischio, ma esiste nelle situazioni ritenute “normali”, apparentemente senza pericolo.

Entrambi i tipi di attenzione possono essere di livello basso, medio od alto in funzione della predisposizione individuale e della complessità di ciò che si deve fare.

Negli esseri umani la fase di attenzione generalizzata è quella più comune e riguarda le operazioni che si eseguono “in automatico” senza una attenzione vigile ed orientata.

Nel laboratorio di analisi, la ripetizione automatica di certi gesti fa perdere spesso la consapevolezza dei rischi che si corrono, esponendosi a pericoli senza rendersene conto. 

La mente è in “stato di riposo” e quando ci si accinge a fare improvvisamente cose più o meno gravi e differenti ed occorre una azione immediata,  che non rientra nei gesti automatici, ci vogliono secondi preziosi prima di entrare nella fase di attenzione vigile. E spesso è troppo tardi.

In queste condizioni il rischio di infortunio diventa alto.

La disattenzione è pertanto determinante nella prevenzione degli infortuni.

Chiunque lavori nel laboratorio di analisi deve porsi l’obiettivo di avere l’abitudine, in modo naturale, a prevedere quanto può accadere: prevedere i pericoli presenti in quello che si fa o che ci si appresta a fare, valutando il rischio che si corre. Tutto questo non solo a proprio vantaggio, ma a vantaggio di tutti.

Il fatto “che una cosa non mi sia mai successa” non vuol dire “che non può accadere”!